Come sono arrivato a voler scrivere fumetti? Fatemi partire dal principio. Nella mia fin qui 45ennale esistenza ho avuto modo di sperimentare numerose esperienze e di mettermi alla prova con diverse forme creative. Proprio perché, fin da bambino, ho avvertito un bisogno quasi primordiale di provare ad amplificare la mia voce e il mio immaginario. Raggiungere un pubblico e trasmettere qualcosa agli altri: è una sorta di dogma che frulla nella mia testa da sempre e che in fondo mi spinge ad andare avanti. Una sorta di obiettivo esistenziale.
Ho sperimentato il giornalismo come forma di comunicazione ed è diventata la mia professione da ormai 26 anni, seppure in un’epoca in cui diventa sempre più complicato svolgerla. Il progresso sta incidendo come mai in passato e mi ritengo fortunato ad avere mantenuto collaborazioni con realtà serie e solide. Vedremo tra qualche anno se sarà ancora possibile.
Volevo solo fare lo scrittore
Fin da ragazzino ho sempre sognato di diventare uno scrittore e ho composto innumerevoli racconti, romanzi e poesie rimasti nei cassetti virtuali del mio Pc. Una volta, tanti anni fa, pubblicai da indipendente una raccolta di poesie (se qualcuno ne volesse una copia, ne ho a iosa); nel 2015 invece diedi alle stampe un romanzo in self publishing, salvo poi ritirarlo dal mercato qualche anno più tardi. Non avevo ancora completato la mia crescita e non mi rispecchiavo più in quel lavoro, sebbene fosse stato pure ben recensito dagli utenti. Ci sarà tempo, in futuro, per tornare sulla narrativa.
… Poi sono arrivati i laboratori
L’esperienza dei laboratori di scrittura creativa/espressiva/autobiografica che da un paio d’anni propongo per privati e scuole mi ha consentito di approfondire molti aspetti relativi alla scrittura, permettendomi di sviluppare una visione più ampia. Ho approfondito questioni legate all’editing dei testi (in precedenza avevo solo lavorato insieme ad alcuni editor) e alle principali strutture narrative, che ora mi accompagnano in qualsiasi cosa io scriva e in qualsiasi forma.
La nuova sfida nel mondo dei fumetti
Non so se sia pronto o meno per cimentarmi in una nuova avventura, che reputo la più adatta alle mie caratteristiche: il fumetto. So solo che ci sto provando. Anche questa volta studiando, confrontandomi con autori, leggendo tantissimo, quasi come quando ero ragazzo e i fumetti costituivano la mia passione. Ora, a 45 anni suonati, è tempo di provare a diventare un autore.
A proposito: leggi qui la mia intervista a Paola Barbato
Per fortuna, grazie a una persona che nutre grande fiducia nei miei mezzi, sono riuscito a raggiungere, anzi a farmi raggiungere, da un disegnatore professionista, Svetozar Stojic. Mi ha cercato dopo avere valutato un mio progetto, e presto ci siamo trovati. Il suo entusiasmo e la sua fiducia sono stati determinanti. Abbiamo così deciso di metterci in viaggio nel tentativo di far nascere una storia a fumetti, una graphic novel che nelle mie intenzioni si dispiegherà in più volumi. Dalla primavera sino alla fine della scorsa estate ho strutturato i personaggi e scritto i soggetti. Poi ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura.
Ora, con il disegnatore, siamo alle fasi iniziali per dare vita alle prime tavole. L’emozione è grandissima e non vedo l’ora di avere fra le mani i primi risultati tangibili di quella che è nata come piccola idea ed è presto cresciuta sino a prendermi per mano. Sarà già meraviglioso, anche se nessun editore dovesse mai credere in questo progetto.
Quelle pacche sulle spalle “speciali”
C’è stato un passaggio fondamentale, nel frattempo, anzi tre: pareri giunti da sceneggiatori professionisti, già affermati, una anche curatrice di una testata nazionale di un certo rilievo (eufemismo!). Tutti mi hanno dato la spinta fondamentale per lanciarmi in questo progetto e in questo mondo. Il primo mi ha aiutato a migliorarne alcune parti in fase embrionale, il secondo lo ha definito “interessante e di ispirazione alta“, la terza – alla quale avevo inviato altro materiale, scritto ad hoc per quella testata – mi ha spronato a cimentarmi con una graphic novel, poiché avevo “presentato in maniera molto professionale”. Li ringrazio di cuore.
Forte di queste pacche sulle spalle ho dato una botta alla mia (sempre timida) autostima e preso la rincorsa. Vediamo dove porterà. Per adesso si sogna. Spero vogliate sognare insieme a me. Anzi, insieme a noi.
(gli sketch che vedete nell’immagine, realizzati dal bravissimo Svetozar, ritraggono il personaggio principale della storia. Ma non è ancora giunto il momento di spoilerare)