Opinioni

Senza Roger Federer. E già mancano almeno 50 cose

Il ritiro di Roger Federer ha scosso il mondo sportivo e non solo. Lo svizzero è una leggenda del tennis, icona dello sport mondiale ed esempio sotto svariati punti di vista. Per quanto il ritiro fosse vicino, non giocando ormai da due anni, Federer ha spiazzato un po’ tutti annunciando di appendere ufficialmente la racchetta al chiodo con la Laver Cup 2022, esibizione di cui è fra gli organizzatori.

È possibile riassumere tutto ciò che rimpiangeremo del campione di Basilea? Ci ho provato, abbozzando un elenco di 50 cose che mancheranno dopo il suo ritiro. Sono sicuro, però, che Roger Federer è, era e sarà molto altro.

Le 50 cose che rimpiangeremo di Federer

1 – I Federer Moments, quei colpi in cui riusciva a risolvere una situazione complicata con un gesto in apparenza semplice, solo per lui.
2 – Lo stupore assoluto in noi spettatori per uno dei suoi colpi magici, quella leggera sensazione che accarezza la pelle.
3 – Il sorriso compiaciuto, spesso rassicurante, sulle nostre labbra a seguire uno dei “Federer Moments”.
4 – La bellezza di un corpo umano in movimento su un campo da tennis.
5 – La pulizia dei colpi, in grado di appagare il fabbisogno personale di estetica.
6 – Il rovescio in slice che moriva quasi subito dopo il rimbalzo e ti faceva sussurrare “ma come diavolo fa… “.
7 – L’efficacia dei colpi, perché belli lo sono stati in tanti, così belli e dominanti no.
8 – L’anticipo forzato sui colpi, quel gioco di controbalzo disumano manco fosse il ping pong, che solo Agassi, in maniera diversa, ci ha fatto vedere.
9 – La palla corta col taglio indietro.
10 – La faccia di Berdych quando le subiva…
11 – La frustata liquida di dritto.
12 – Gli smash, al volo e a rimbalzo, esempio sublime di coordinazione.
13 – Il movimento del servizio, uno dei migliori di sempre per efficacia e varietà.
14 – Gli ace nei momenti disperati, per annullare palle break o matchpoint.
15 – Le partite vinte con matchpoint a favore falliti e contro annullati, quell’altalena di emozioni che faceva venire il mal di fegato e poi subito… rinascere.
16 – Le partite perse con matchpoint falliti: faceva male, fa ancora male, eppure mancheranno anche quelle, quella speranza che subito ti abbracciava pensando con fiducia al prossimo torneo (spesso Slam).
17 – La richiesta di un suo Challenge, “Occhio di falco”, sapendo quanto fosse l’avversario più temibile per Roger (non lo azzeccava quasi mai).
18 – La nostra espressione dopo averlo visto perdere la chiamata del Challenge (“e te pareva!”).
19 – La gentilezza in campo nei confronti di arbitro e avversari.
20 – Il sorriso anche nei momenti più tristi, che faceva capire come il tennis fosse importante, ma non tutto.
21 – Il rispetto genuino dei colleghi nei suoi confronti, ricambiato; anche da parte di chi veniva puntualmente maltrattato in campo, vedi Berdych, Roddick, Wawrinka.

22 – La frase “Game set match Federer”.
23 – La correttezza esemplare di un giocatore unico, mai ritiratosi in oltre 1.500 match disputati e, dai 18 anni in avanti, mai sopra le righe nei comportamenti.
24 – Le ovazioni del pubblico in campo, in piedi ad applaudire per interi minuti: una sua esclusiva.
25 – Scoprire quali vip del mondo dello sport e dello spettacolo fossero in tribuna per vedere i suoi incontri.
26 – Andare a sbirciare i tabelloni degli Slam appena usciti, per capire quanto fosse difficile il percorso sino alla finale.
27 – L’attesa per un suo match importante, quasi dovessimo scendere in campo noi.
28 – Alzarci a notte fonda per assistere a un suo match agli Us Open o agli Australian Open.
29 – L’attesa per scoprire i suoi outfit a Wimbledon, dove negli anni ha proposto maglioncini, giacche, gilet, tutti rigorosamente bianchi e griffati RF.
30 – L’attesa per scoprire i suoi outfit allo Us Open, dove speravamo tutti di vederlo vestito di nero, perché uno più elegante di Federer in nero su un campo da tennis non si è mai visto.
31 – Vederlo vincere nella sua Basilea: poche cose erano più sicure.
32 – Indovinare la sua programmazione annuale, per molti anni sicura come una filastrocca: Australian Open, Dubai, IW, Miami, Madrid, Roma, Roland Garros, Canada, Cincinnati, Us Open, Basilea, Shangai, Bercy, Finals.

33 – I Fedal, gli scontri con Nadal, la rivalità più affascinante, che ci ha accompagnato per vent’anni e ha segnato alcune partite memorabili.
34 – Le partite con Djokovic, alcune leggendarie, molto spesso nei momenti decisivi a favore di Novak, ma sempre intense e drammatiche.
35 – Non avremo più i Big 3 potenzialmente insieme in campo, e questo dice tutto: è l’inizio della fine di un’era irripetibile.
36 – Le discussioni infinite sul Goat, che andranno avanti anche se Nadal e Djokovic dovessero vincere ulteriori Slam. Perché per molti non è soltanto questione di pallottoliere.
37 – Le discussioni sulla forza dei suoi avversari nelle finali Slam e e quelli dei suoi due grandi rivali: Baghdatsis vale più di Puerta e Kevin Anderson?

38 – I ragazzini e le ragazzine che vedendolo giocare in tv sogneranno di poterlo emulare un giorno, avvicinandosi al tennis.
39 – I ragazzini e le ragazzine che vedendolo giocare sceglieranno, maestro permettendo, di giocare il rovescio a una mano.
40 – L’attenzione mediatica e televisiva sul tennis: è soprattutto grazie a lui se questo sport è entrato in un’altra dimensione, anche a livello commerciale.
41 – Leggere gli articoli che parlavano delle sue vittorie e delle sue sconfitte, intrisi di poesia e prosa emozionale, come nessun altro sportivo è riuscito a suscitare.
42 – Vedere grandi scrittori, artisti e registi ispirati dalle sue gesta sportive.
43 – Mettere il telefonino di soppiatto sotto il Pc con la sua partita mentre stiamo lavorando. Da appassionato: lo faremo lo stesso, ma non sarà più la stessa cosa, perché una sua vittoria addolciva il lavoro.
44 – Lo sguardo preoccupato di Mirka in tribuna nei momenti cruciali, con le mani sul volto.
45 – Lo sguardo impassibile di Severin Luthi in tribuna.
46 – Gli incoraggiamenti di Ivan Ljubicic in tribuna.
47 – Vedere i suoi gemelli in tribuna senza mai sapere chi fosse Myla Rose e chi Charlene Riva, e chi Lenny e chi Leo…
48 – Le sciate invernali con Lindsay Vonn: probabilmente ci saranno ancora, ma non saranno più accompagnate da quella paura che potesse farsi male e compromettere l’inizio di stagione.

49 – E soprattutto, senza Federer, perderemo un po’ della nostra innocenza.
50 – Verrebbe da dire siamo un po’ più poveri, e invece no: senza Federer siamo tutti migliori, proprio perché Federer lo abbiamo vissuto.

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